Lo Smart Working, quello vero!

Se le grandi aziende implementassero coerentemente tutte le peculiarità dello Smart Working, evitando ad esempio di chiedere rientri settimanali (2/3 giorni su 5) o di obbligare le persone a collegarsi a qualsiasi ora durante la giornata, si potrebbero immaginare nuovi scenari per l'Italia intera.

Si alleggerirebbe il peso del pendolarismo sui mezzi pubblici da sempre inadeguati alla gestione del flusso normale, si ridurrebbe il numero di incidenti lievi e gravi e la quantità di traffico su alcune specifiche direttrici.
Si ridurrebbero le emissioni di gas serra e si eviterebbe la concentrazione di tali gas in fasce orarie precise.
Si spingerebbe per un corretto bilanciamento tra casa e lavoro, tra famiglia e mestiere, tra tempo privato e tempo pagato.
Si potrebbe pensare al ripopolamento delle aree abbandonate, di quei paesi fantasma che si sono via via svuotati per lo spostamento della popolazione  verso i centri urbani più grossi e che offrivano lavoro.
Se il lavoro di ufficio, quello che non prevede relazioni con il pubblico, fosse "distribuito" territorialmente, perché è possibile eseguire qualsiasi genere di "compito" con un portatile connesso ad internet, un telefono e senza una postazione di lavoro fissa, allora un impiegato potrebbe comprarsi una casetta in campagna a prezzo ridotto anziché un buco in città a prezzi esorbitanti e anche l'economia risulterebbe di conseguenza allargata territorialmente.
Se i dirigenti fossero diligenti, dovrebbe interessare loro solo che il lavoro fosse svolto nei tempi e nei modi previsti, senza interessarsi minimamente se il ragionamento viene eseguito di fronte ad una tazza di the o seduti su un prato a pensare.
Se un dipendente sapesse che ciò che viene apprezzato è il lavoro svolto e non la presenza fisica, il risultato ottenuto e non il controllo del cartellino, allora si sentirebbe parte di una azienda interessata anche alle proprie risorse umane oltre che al profitto a tutti i costi.

Adesso lo Smart Working è di moda ma come tutte le mode aziendali è destinato a svanire in tempi brevi. Le aziende si sono spese nel tempo per modelli giapponesi, poi americani, poi cinesi e poi agili e infine chissà che altro ma quasi sempre solo a livello di approccio, come filosofia momentanea e non come reale modifica dei propri comportamenti.
Siamo arrivati ai giganteschi spazi aperti all'americana (open spaces) con postazioni pollaio utili solo a sentire il caos di 1000 colleghi al telefono per poi inserire alte barriere anti-rumore per separare anziché unire e fare infine posto a mille piccole stanzette utili solo a ribadire lo status quo di altrettanti piccoli capitani dell'industria del loro ego smisurato. Siamo stati coinvolti nei processi tipici delle industrie orientali di alta precisione applicando il "sei sigma" alle persone, quando non abbiamo neanche una linea di produzione ma solo una stampante senza carta e l'aria condizionata che funziona male!
Tutti con il cartellino timbrato in orario e poi a perdere tempo tra un caffè, una sigaretta, una chiacchera e un po' di navigazione sul web.
Ed ecco che le grandi aziende adesso sono sponsor di una cosa da loro stessi aborrita per anni! Concedevano forse un giorno a settimana, ma che non fosse di lunedì o venerdì perché a rischio di fine settimana lunghi, il mercoledì meglio di no perché spezza il ritmo allora rimangono solo in martedì o il giovedì ma non tutti insieme sennò che si fa, lasciamo l'ufficio vuoto?
Insomma secondo i datori di lavoro la giornata di smart working era solo una giornata di ferie opzionabile con una chiamata e una riunione.
Ed ecco che, costretti dall'emergenza sanitaria e per pura convenienza, in una situazione del genere hanno dovuto accettare questa forma di lavoro innovativa, moderna e efficace ma hanno perso il potere di controllo visivo della truppa, hanno perso la possibilità delle pacche sulle spalle e degli sguardi di disapprovazione. E se ora un dipendente non può notare la differenza tra la sua postazione pollaio e una scrivania con finestra a vetri, con porta chiusa e rigogliose piante da interno, come si sentirà davvero "dipendente" da qualcuno?
È necessariamente una generalizzazione ma immagino che molti si potranno ritrovare in questa mia narrazione.
Alcune aziende hanno sicuramente fatto di più e si trovano in posizione avanzata ma qualsiasi azienda si sentirà orgogliosamente di far parte di questo ristretto gruppo e non certo di un retrogrado carrozzone simil ministeriale.
Per quasi 2 anni le persone anche da casa hanno portato avanti le attività, nonostante tutto; auspico pertanto che qualcuno venga finalmente illuminato da questa nuova visione del mondo e riesca a concedere spazi e tempi ai propri lavoratori in virtù del vantaggio competitivo che da questo può derivare (riduzione dei costi, aumento della produttività, felicità dei colleghi, bilanciamento vita privata - lavoro, etc... )

Speriamo in un futuro migliore anche se temo sia affidato alle mani sbagliate!


di Marco Bonvi

Commenti

Post popolari in questo blog

Danza di anime perse

CONTRO IL PENSIERO POSITIVO A TUTTI I COSTI